Design internazionalization: design per le PMI

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Nell’ottica del coordinamento nazionale dei dottorati in design, è un piacere segnalare il blog di una dottoranda del Politecnico di Milano, interessante come iniziativa e per i contenuti: innovstrategy.blogspot.com.
Il blog, come spiega l’autrice, Valeria Auricchio, si propone come piattaforma in cui raccogliere e pubblicare materiali relativi alla sua ricerca di dottorato, dedicata al ruolo del design nei processi di internazionalizzazione delle PMI (SME).
Il sito è davvero ricco – tutto in inglese -, sollecita contributi e commenti su questi temi e inoltre offre la possibilità di scaricare testi (dai paper della stessa Auricchio ad altri articoli) e trovare una serie di link che credo interesseranno molto alcuni di noi. Un invito a visitarlo.

Evil Face. Sorvegliare e fotografare

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Approfittando delle nostre attività presso la sede di Treviso e, indipendentemente da queste, per il significativo interesse della mostra anche in relazione ai temi della documentazione e della memoria, segnalo che a Treviso, appunto, fino al 9 febbraio presso la galleria Spazio Paraggi in via Pescatori 23 (la stradina che parte più o meno di fronte a McDonald’s), quindi non lontano dalla stazione ferroviaria), è in corso Evil Face. La faccia del male, a cura di Fabrizio Urettini (Studio Orange).
Nata da un interesse personale di Urettini per la fotografia giudiziaria e segnaletica, la mostra offre una stimolante riflessione sull’uso dell’immagine come forma di documentazione “obiettiva” con finalità di controllo, sugli sviluppi con finalità di studio e analisi (pensiamo a Lombroso e alla fisiognomica) e sui limiti di simili vocazioni. Ritratti individuali, foto “gemelle” (fronte e profilo), prima (appena fermati) e dopo (rasati e rivestiti), ciascuno con il proprio numero bene in vista; ritratti di gruppo (come i lineups di italo-americani, per la serie “quando gli emigrati eravamo noi…”), cartellini penitenziari, schede Bertillon e poi schede che invece si affidano alla più “moderna” registrazione delle impronte digitali… Fotografie che svelano un’impensata qualità, ricercata e per certi versi inconsapevole, consapevole però nei nostri occhi: «… foto giudiziarie [che], se da un lato ci sembrano espressioni di un grado minimo della fotografia: neutro, pragmatico, impersonale (una fotografia senza fotografi), dall’altro si rivelano invece oggetti complessi, problematici, stratificati. Lo scatto fronte/profilo (parte culminante di quel rituale che i manuali di polizia chiamano “presa segnaletica”) rivela il desiderio di possedere e controllare il soggetto, trasferendolo su un piccolo dispositivo facilmente maneggiabile: il cartellino, sorta di spietata immagine di sintesi (fotografica, ma anche grafica e testuale) della persona umana».
In mostra anche apparecchiature – come una macchina fotografica con rullino ante litteram – e libri, fra cui il libro Wanted! Storia, tecnica ed estetica della fotografia criminale, segnaletica e giudiziaria di Ando Gilardi, che peraltro firma uno dei pregnanti testi del “quaderno/catalogo” – gli altri sono di Sergio Polano, ficcante come sempre, Matteo Segna e Arnaud Velda (i testi sono scaricabili dal sito).
Completano l’esposizione immagini di scene del crimine – interni disordinati, macchiati, carichi di vissuto, ambienti sospesi dalle tragedie occorse (altro che i vari CSI televisivi). Come nota Urettini sono immagini che, colte senza preparazione, si dispongono al nostro sguardo come scenografie ricche di dettagli, scorci inediti su un’epoca trascorsa.
Infine una panoramica degli usi attuali dell’immagine fotografica come strumento di controllo, dal wanted per bin-Laden alle famigerate carte da gioco most wanted ideate e realizzate per le forze armate impegnate in Iraq…

Design, didattica, ricerca

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Prosegue con partecipazione l’attività didattica. Dopo la lezione inaugurale del professor Anceschi, la scorsa settimana, è stata la volta di Medardo Chiapponi che ha discusso con i dottorandi il paper da lui recentemente presentato a Hong Kong, dal titolo Creating a design department. The bond and influence of Italian culture. Un’occasione interessante perché il documento da lui predisposto raccoglie non solo considerazioni e analisi sul passato e sulla situazione del design in Italia, ma li colloca in una riflessione più ampia sul senso (i.e. direzioni e prospettive) dell’insegnamento del design nella nostra nazione e poi, nello specifico, nel caso della Facoltà di Design e Arti (e del Dipartimento delle arti e del disegno industriale – di cui peraltro Chiapponi è stato da poco nominato nuovo direttore) della nostra università Iuav. Un tema quindi che coinvolge in prima persona il gruppo di dottorandi, anche in merito ai rapporti fra didattica e ricerca.
Chiapponi ha portato subito in evidenza i punti chiave del suo paper (che può essere letto integralmente scaricandolo da qui):
– la parte di analisi dei rapporti fra didattica e design in Italia, per lungo tempo inesistenti; basti pensare a quelli che sono unanimemente considerati i grandi nomi del design nostrano, usciti da formazione nell’ambito dell’architettura o da un milieu artistico – al punto che si potrebbe giudicare che tentare di impostare una formazione universitaria per il design sia inutile… Valutazione naturalmente non condivisa da Chiapponi, che appunto ne ricerca ragioni e direzioni;
– l’esigenza di capire se esistano diversi, specifici design oppure se esista genericamente qualcosa che si chiama “design”; in altre parole se i contenuti specifici (prodotto, comunicazione, interazione ecc.) abbiano un rilievo oppure se si debba parlare di una metodologia, in sé astratta dal contenuto e dunque applicabile a qualunque contenuto (un quesito meno tormentato in altre nazioni). E in questo caso Chiapponi afferma la propria convinzione che sì i contenuti sono rilevanti, esistono design specifici che impongono quindi riflessioni specifiche;
– in quale misura la formazione del designer è fatta o deve esser fatta attraverso la progettazione, intesa come sperimentazione di quello che sarà il mestiere, la professione? E in rapporto a questo, in quale misura devono essere integrati i contributi formativi di altro genere, per esempio provenienti da altre discipline? Nel paper a questo proposito Chiapponi cita l’architetto di Vitruvio. Ha inoltre ricordato quello che è stato il contesto culturale di ampio respiro di cui si è nutrito e da cui è emerso il periodo d’oro del design italiano, quello, per intendersi, che va dalle riviste all’arte, dalla scienza (si pensi a Natta, premio Nobel nonché maestro di Castelli/Kartell) alle aziende e così via. Questo punto è stato sottolineato come significativo per capire anche se, e come, una certa caratterizzazione italiana debba essere preservata e riproposta nella formazione contemporanea (per arrivare anche a toccare in generale una certa cultura artistica ed estetica che connoterebbe il nostro paese);
– l’ultimo tema è quello della legittimità di discorsi di tipo “geografico”, inteso come culture nazionali del design, anche in relazione, naturalmente, alle istanze globale/locale; un tema che, oltre i proclami di tendenza degli anni passati, apre la riflessione non solo su questioni biografiche (il designer) ma sull’intero processo produttivo – si pensi al design concepito in Italia ma prodotto in altri paesi (tanto che, rileva Chiapponi, si parla più spesso di “designed in” e non più di “made in”) e si pensi anche alle produzioni locali legate alla presenza di determinati materiali…

Grazie anche al vivo contributo dei dottorandi del nuovo ciclo, la discussione si è tradotta in una chiacchierata che non solo ha toccato i temi sollevati da Chiapponi ma ha consentito di raccogliere testimonianze diverse (Simona Romano, da poco rientrata dall’India, Guillermina Noël, il professore Jorge Frascara…) e di stimolare altre riflessioni su design, didattica e ricerca, e sulle direzioni e le attività da intraprendere per il nostro dottorato – a livello locale e globale, diciamo così.

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Si è fatto oggi riferimento anche alle attività dei gruppi di ricerca, da organizzare e riorganizzare. Per il gruppo Nanotecnologie (design e innovazione), Chiapponi, che ne è coordinatore, ha rimandato a un prossimo appuntamento la definizione degli obiettivi da sviluppare. Per il gruppo di Museologia, Raimonda Riccini insieme con Fiorella Bulegato (oggi presente come assegnista di ricerca, studiosa del tema dei musei d’impresa) ha illustrato le attività da portare avanti per il futuro, più o meno immediato, anche per condurre oltre le esperienze maturate lo scorso anno attorno al convegno Memoria e racconto. Per una museologia di design (di cui si prevede imminente la pubblicazione degli atti). A breve Riccini e Bulegato stenderanno un programma di lavoro e un calendario da ridefinire a mano a mano che si procede, anche tenendo conto dello sviluppo di alcuni interessanti contatti per il recupero e lo studio di archivi del territorio e non solo.

Dulcis in fundo, inizia il passaggio di consegne per la gestione di sito e calendario, e per la crescita di questo blog. Per il XXIII ciclo: buon lavoro!

Lezione Chiapponi e incontro dottorato

La lezione del professore Chiapponi, che presenterà e discuterà il paper
presentato a Hong Kong si terrà giovedì 24 alle 14.15 nella sede di Treviso di
Riviera Santa Margherita 74.

Seguirà un incontro con i dottorandi in veste di nuovo direttore del dipartimento e un incontro con Raimonda Riccini per l’organizzazione dei gruppi di ricerca, il coordinamento nazionale e vari altri temi.

Si veda anche il calendario.

Alla scoperta del carattere

Vi segnalo questa visita guidata, che mi sembra imperdibile:

Alla scoperta del carattere
Al Mart di Rovereto un percorso, dalle avanguardie storiche all’arte
contemporanea, attraverso l’uso dei caratteri tipografici.
Sabato 26 gennaio 2008, ore 16.00.

La sezione didattica del Mart propone uno speciale itinerario all’interno della mostra
“La parola nell’arte”, condotto da un grafico ed esperto conoscitore della storia dei
caratteri tipografici.
Leonardo Sonnoli guiderà il pubblico alla scoperta delle molteplici forme delle lettere
e delle parole scritte, indagando il rapporto tra arte e design nel corso del XX secolo.
All’interno della mostra, infatti, il punto di vista dell’arte si intreccia con quello della
grafica e della comunicazione e l’itinerario è pensato per approfondire la conoscenza
delle potenzialità espressive dei caratteri tipografici ed evidenziare l’apporto creativo
degli artisti in un campo normalmente riservato ai designer. In tale contesto, la parola
è, allo stesso tempo, messaggio verbale e forma visiva, in grado di comunicare su più
livelli e con maggiori sfumature di senso.

Leonardo Sonnoli è socio dello studio Tassinari/Vetta di Trieste e si occupa della
progettazione per l’editoria, l’identità visiva di istituzioni pubbliche e private, della
comunicazione di eventi culturali e dell’allestimento di mostre. Con Paolo Tassinari è
Art Director della rivista d’architettura “Casabella” e progetta per Electa Architettura
ed Electa Arte. Insegna Design Tipografico alla Facoltà di Design e Arti dello Iuav di
Venezia e Design Editoriale all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di
Urbino. Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre in Italia e all’estero ed ha
ottenuto importanti riconoscimenti.

Progetto didattico a cura di Leonardo Sonnoli

Durata: 1,30 ore circa
Luogo: MartRovereto, Corso Bettini 43
Orario: 16.00-17.30
Costo: € 10 intero, € 7 ridotto (studenti, insegnanti, Amici del Mart e persone con più di 65
anni)
Informazioni e prenotazioni: Sezione Didattica del Mart, tel. 0464.454154-454108
(dal lunedì al venerdì), 0464.454167 (sabato 26 gennaio)

MartRovereto
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)

[email protected]
www.mart.trento.it

Nuovo ciclo. Si parte!

Allineati alla partenza, con gennaio si comincia. Il giorno 9 gennaio ha avuto luogo il primo incontro del nuovo anno del nostro Dottorato, presenti il coordinatore Giovanni Anceschi, il vicedirettore Raimonda Riccini e i dottorandi dei vari cicli, inclusi naturalmente i nuovi arrivati. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione del Dottorato (da questo anno “in design del prodotto e della comunicazione / Scienze del design”) – anche con riferimento ai cambiamenti in corso a livello di ateneo, con la nascita della Scuola di dottorato IUAV – e per avanzare temi, progetti, prospettive per il futuro. In questo senso è stato in particolare chiarito che nulla cambia nella gestione finanziaria per borse di studio, rimborso spese (fino a 500 euro per ciascun dottorando, nell’arco del triennio), richiesta di soggiorno all’estero; gli uffici di riferimento diventano però quelli dell’ateneo (campo della Lana), mentre in prospettiva le sedi del dottorato pare acquisiranno un ulteriore spazio presso Ca’ Badoer, ed è già disponibile inoltre un’aula per la ricerca, dotata di computer, a Treviso, presso la nuova sede di riva Santa Margherita. Referente per ogni questione è il direttore Anceschi, e tutti insieme si cercherà di sopperire a eventuali problematiche derivanti dalla fase di transizione.

Riepilogando brevemente, sono stati indicati gli impegni per i dottorandi:
1. partecipazione all’attività didattica (secondo calendario di prossima pubblicazione);
2. partecipazione alle attività dei gruppi di ricerca;
3. partecipazione alle attività correnti (creazione contatti e relazioni, organizzazione eventi, sito web e blog ecc.).

1. L’attività didattica sarà costituita da lezioni tenute da docenti del collegio o invitati e si arricchirà nel corso dell’anno di seminari o cicli di approfondimento, fra i quali è stato già anticipato quello relativo a Design e Brevetti, organizzato in relazione al corso di laurea specialistica in Design del prodotto della nostra Facoltà.

2. I gruppi di ricerca rimangono tre, specificamente dedicati a: Museologia del design (indicativamente entro un’area che può essere più ampiamente definita come Teoria, storia e critica del design; referente Raimonda Riccini); Basic design e Pedagogia del design (referente Giovanni Anceschi); Nanotecnologie (area Tecnologie e innovazione; referente Medardo Chiapponi). La partecipazione ai gruppi è obbligatoria, e indipendente dal tema scelto per la ricerca finalizzata alla tesi di dottorato. È stata sottolineata l’importanza di collaborare all’interno di progetti di ricerca già avviati, fornendo contributi in programmi che non necessariamente coincidono, generalmente, con i temi individuali. Sono state presentate anche ai nuovi dottorandi le attività dei gruppi, e in particolare del gruppo di Museologia e di Basic e Pedagogia del design, rimandando a data da definire (probabilmente dopo il 20 gennaio) riunioni specifiche al fine di definire i partecipanti ai singoli gruppi.
Per il gruppo Basic e Pedagogia del design si prevede come ogni anno un workshop per il periodo estivo, ma anche un convegno da organizzare sul tema della pedagogia e didattica del design.
Per il gruppo di Museologia, Raimonda Riccini ha illustrato obiettivi prossimi e a più lunga scadenza, ovvero la pubblicazione degli atti del convegno internazionale Memoria e racconto (maggio, 2007) e l’avvio di un censimento/mappatura del patrimonio di giacimenti di oggetti, prodotti, design e cultura materiale del territorio locale. Queste prime tappe si inseriscono nei due percorsi principali del gruppo: a. organizzare progetti, pubblicazioni, eventi; b. avviare lo studio di metodologie e strumenti specificamente dedicati alla museologia del design – in entrambi i casi tenendo conto anche di altri progetti di ricerca o studio già avviati all’interno di Facoltà e Dipartimento. Fra gli altri progetti in vista, quello per un museo da realizzare in partnership con la Regione Veneto, che permetterà di elaborare e verificare – su artefatti tecnologici – idee e proposte, ma anche metodi e strumenti.
Per questi due gruppi è stata inoltre annunciata la partecipazione degli assegnisti di ricerca Alvise Mattozzi (per Basic e Pedagogia del design) e Fiorella Bulegato (per Museologia del design), con funzione di riferimento e, si è inteso, di coordinamento di alcune delle attività previste.

3. Per le attività correnti, si profilano all’orizzonte diversi impegni, due dei quali in particolare sollecitati dal Coordinamento nazionale dei dottorati italiani, e orientati a dare progressivamente corpo e creare relazioni nell’ambito della ricerca sul design:
a. una rete della didattica fra i dottorati di design, ovvero fare in modo che i dottorati aprano all’esterno e condividano fra loro le attività didattiche, permettendo ai dottorandi di confrontarsi e di trovare ulteriori riferimenti per le loro ricerche. In questa linea si colloca anche la prossima iniziativa organizzata dal Politecnico di Milano, Design in progress, già segnalata, e che avrà luogo il 18 gennaio;
b. il censimento della ricerca di dottorato per il design.

Fra le altre attività correnti, oltre alla partecipazione al blog e all’aggiornamento del sito web, l’organizzazione di un convegno internazionale aperto a dottorandi (selezionati) per la presentazione delle loro ricerche (riferimento Davide Fornari).
Infine il monitoraggio di call for papers di interesse, da discutere periodicamente. Durante questo primo incontro, oltre a ricordare le prossime scadenze per Networks of Design (in Galles) e Swiss Design Network Jorge Frascara ha illustrato in dettaglio gli obiettivi del prossimo convegno che avrà luogo a Torino, capitale del design 2008, Changing the change. La discussione collegiale, ai fini dell’individuazione di una partecipazione strategica e di un confronto sull’opportunità di partecipare pare una buona pratica da continuare.

Durante l’incontro è stato anche ricordato che sul nostro sito sono disponibili le versioni italiana e inglese del Phd report che illustra le attività del nostro Dottorato, come pure si è fatto cenno al recente rientro dai rispettivi soggiorni di ricerca di Kristian Kloeckl (presso MIT di Boston) e Simona Romano (Design Maeer Mit’s Institute di Pune, India) le cui ricerche pare procedano proficuamente e con entusiasmo.

Per ora il primo appuntamento è per mercoledì 16 gennaio, ore 11, con la lezione introduttiva del direttore Anceschi.

Design in progressVisioni e strumenti dalla ricerca

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Venerdì 18 gennaio 2008 dalle 9.00 alle 17.30,
presso l’aula seminari della Facoltà del Design del
Politecnico di Milano – Campus Bovisa, via Durando 10,
avrà luogo il seminario “Design in Progress. Visioni e strumenti dalla ricerca”, giornata di riflessione sulle linee di ricerca del dottorato in Disegno Industriale e Comunicazione Multimediale.

Il dottorato di ricerca in Disegno Industriale e Comunicazione Multimediale (DIeCM) del Dipartimento INDACO del Politecnico di Milano ha introdotto da alcuni anni i “Seminari di Dottorato”.
L’iniziativa, organizzata dai dottorandi DIeCM e coordinata dal prof. Luca Guerrini, si propone come momento di condivisione e confronto delle ricerche attualmente in corso all’interno del dottorato.
Giunta quest’anno alla sua IV edizione, si è sentita l’esigenza di aprire questo spazio di riflessione a dottorandi, docenti, ricercatori e studenti nel campo del design provenienti da altri atenei italiani.

Venerdì 18 gennaio 2008
Politecnico di Milano – Campus Bovisa
Aula Seminari – Edificio PK
Via Durando 10, 20158 Milano

La partecipazione al seminario è gratuita, ma per motivi organizzativi è richiesta una registrazione
obbligatoria al sito: www.diecm.polimi.it/designinprogress

Per maggiori informazioni
d.ssa Chiara Colombi,
Segreteria organizzativa
dott. Erik Ciravegna,
d.ssa Maria Rosaria Scelsi,